Diario di Bordo - Fuoco negli occhi

FUOCO NEGLI OCCHI
Ore da nomadi su un suolo sbranato
Nutrendo brame di rivoluzione
Spray che raccontano un grido suburbano
Chiuso dentro a sbalzi d’umore
Col cuore in corto inseguendo una svolta
Come la prima volta ancora
Sparsi sui marciapiedi in mezzo ai pilastri
Coi sogni lacerati che sfioravano gli astri
Mentre in quegli isolati
L’urlo di un campanile, invoca i propri santi
Schiava e strega, ladra e preda, muta osserva il suo riflesso una città
Che svezza i figli suoi tra serpi ed avvoltoi
Correndo senza sosta su quel catrame, testimone in quelle zone marce
Di notti da soli, poi in branchi, ragazzi nell’ombra col fuoco negli occhi
Fuori controllo tra domande e silenzi, abbandonati ad eccessi e spaventi
Senza un futuro concreto, col diavolo in corpo, lanciati nel vuoto
Come fantasmi tra tenebre e asfalto
Oltrepassando i suoi incubi folli
Portando dietro radici, linguaggi
E tutto il peso di questi palazzi
Losca, irrequieta, sconsiderata
Sta rabbia sboccia dagli spacchi in strada
La nostra razza meticcia e guerriera
Coi calli sulle mani, sul ring di questa vita
Che cambiar non può
Anno dopo anno, più rude, più hardcore
Freddi e tristi, tesi e persi ululando controvento una libertà
Generazioni rovinate, gioventù dannate
Altalenante tra amarezza e forza
Ancora viva dentro ogni respiro
Da sempre come un’arma a doppio taglio
Quell’ attitudine nel suo delirio
Come un tuono rimbomba nel tempo
In un cammino duro come una roccia
Nei patti siglati col sangue, gli animi amari, due martelli incrociati
Ragazzi sfregiati
In guerra perenne, quale quieto vivere?
Nati randagi, pronti a perdere.

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